WHEN
2011>2068 AnimalePolitico
Tenere gli occhi aperti e reagire ai fatti come lupi nella foresta, veloci, senza lasciare tracce, avventurarsi soli, fuori dal branco, o muoversi in gruppo come corpo solo… Costruire rifugi, spazi-altri da cui osservare e, nellʼimprevedibile, congegnare nuovi approdi, per re-situare lʼoggi e immaginare fosforescenti Domani. Ci siamo domandati: qual è la prefigurazione futura che più ci intimorisce? Le risposte emerse sono tante, ma tutte con un fulcro comune: il controllo, la riduzione materiale o surrettizia della libertà (politica e artistica). Abbiamo iniziato una ricerca sugli apparati di sorveglianza, dalle camere di controllo ai sistemi di rilevamento delle intenzioni “criminali” o sospette, trovando migliaia e migliaia di pagine internet di pubblicità su sistemi di sicurezza sempre più avanzati e fantascientifici…
Ed è vero: il domani è già qui.
Dove. Sono. Io. E Quando? Philip K.Dick e Michel Foucault ci stanno indicando la strada… Proprio questo esperimento ci ha poi sospinto verso la figura di Prospero, tanto che “La tempesta” di Shakespeare è ora bruit de fond della più recente produzione teatrale di Motus “Nella tempesta” che ha debuttato al “Fta Festival Transameriques” di Montreal (CA) il 24 maggio 2013.
Let your indulgence set me free. “The Tempest” W. Shakespeare
When è un serrato contraddittorio fra regista e attrice sulla libertà scenica, sulla dicotomia tra interno ed esterno, movimento e controllo, inottemperanza e obbedienza, anche di riflesso al controverso proliferare di apparati di sorveglianza, di “digitalizzazione ossessiva” degli spazi pubblici (e privati).
Enrico Casagrande, uno dei due registi di Motus, siede di schiena al computer. Apre una pagina bianca, un Nuovo Documento Vuoto, con il tremore e timore che ogni nuovo cominciamento implica. Dal computer controlla tre camere di sorveglianza posizionate in spazi esterni attigui e scrive in tempo reale ciò che osserva. Nei tre luoghi videosorvegliati si sposta Silvia Calderoni, che, tramite un radio-microfono (posizionato in modo da amplificarle anche il battito cardiaco), comunica con Enrico, simula esperienze connesse al sentirsi sotto controllo “come un animale domestico”, (aeroporti, banche,…etc); immagina varie situazioni di oppressione e conseguente fuga, ed impartisce istruzioni a Enrico stesso che, “eterodiretto” compie alcuni atti con cui si relaziona al pubblico della sala.
È un gioco di scatole cinesi in cui non si comprende più chi controlla e chi è controllato, come nellʼ Oscuro scrutare di P.H.Dick… La perdita di controllo sul proprio tempo, sul proprio spazio, sul proprio corpo sono i prodromi di tanta fantascienza distopica.
La dinamica fra inner space e outside si complica di affondi filosofici ispirati in particolare a Foucault (Sorvegliare e punire e Il corpo utopico), e il pubblico rinchiuso è “fisicamente” immerso nel dispositivo.
When si iscrive nel progetto 2011>2068 AnimalePolitico, un fronte allargato e visionario di osservazione articolato in diverse azioni performative e laboratori-residenze (Mucchio Misto Workshop) in varie città europee e nordamericane. È un lungo percorso inaugurato nel 2011 da The plot is the revolution il confronto/dialogo fra Silvia Calderoni e Judith Malina del Living Theatre. Whenamplifica il senso di questa esplorazione: al Festival di Dro e a Short Theatre di Roma lʼabbiamo presentato come parte del trittico “W. 3 atti pubblici” preceduto da Where, un Atto-assemblea edificato da testimonianze e slanci utopici di una moltitudine di artisti/attivisti/amici (Angelo Mai Altrove Roma, Ex-Asilo Filangeri Napoli, Macao Milano, Nuovo Cinema Palazzo Roma, Sale Docks Venezia, Teatro Valle Occupato) che stanno facendo rete nellʼasfittico sistema culturale italiano e tentano lʼinvenzione di un nuovo lessico… e seguito da Who: un Atto-corale notturno, dove performer e spettatori si confondono in una quasi-danza orgonica…
Prove di mimetismo per eludere le sorveglianze.
Mon corps est comme la Cité du Soleil, il nʼa pas de lieu, mais cʼest de lui que sortent et que rayonnent tous les lieux possibles, réels ou utopiques. Michel Foucault , “Le Corps utopique” Conférence radiophonique sur France-Culture,1966