Emergono solo “vaghe ombre” dall’Antigone del Living Theatre, vista in video perchè troppo giovani allora… eppure il Too late! che echeggiava ipnotico nel coro, è rimasto talmente impresso da essere posto a titolo.
Prosegue la ricerca avviata in X(Ics) sulle relazioni/conflitti fra generazioni in una formula-altra di costruzione in divenire: informali azioni/performance intese come contest, ovvero confronti/scontri/dialoghi sulle ipotetiche rappresentazioni di una splendente Antigone d’oggi. Lei, immagine “impossibile a dimenticare”, che ancora scandalizza per il suo genere oscillante e la unicità del suo rifiuto a divenire madre e moglie, è figura isolata, quasi disumana: la prima kantiana della storia.
Quando dichiara confermo di averlo fatto e non lo nego ribadisce il rifiuto a essere costretta dal linguaggio dell’altro-Creonte, alla negazione… E il suo rivendicare l’azione significa renderla pubblica nuovamente, compiere un secondo atto di assunzione di responsabilità… anche se troppo tardi. L’Antigone è stata rinominata da Biner “tragedia del troppo tardi” perché tutte le figure paiono agire o ravvedersi solo dopo l’irreparabile.
È forse troppo tardi anche per noi? Je me révolte, donc nous sommes si intitolava il contest #0 creato alla Chartreuse d’Avignon questa primavera, citando proprio Camus, che parlava al singolo sapendo che ogni forma di azione collettiva andava (e va) ripensata, non arrendendosi all’individualismo.
Nella dilagante “malinconia della sfera pubblica” la contestazione a Creonte si fonda sul rifiuto a dissociare l’atto dalla persona. E questo ci piace.
È uno dei motivi per cui, in questi anni di opachi conservatorismi e pallide prese di posizione, abbiamo scelto un'(Antigone) fra parentesi, come immagine-guida del nuovo itinerario “in motus” fra le rivolte del contemporaneo.
TOO LATE! è dunque il secondo contest concepito per la Cavallerizza di Torino dove Silvia/Antigone/Emone si confronta con Vladimir/Creonte, secondo un crudo meccanismo di esposizioni e sfide che amplificano, in modo subdolo, i giochi di potere fra padri e figli, ma anche quelli dei “Nuovi Dittatori” d’oggi, che, nascosti dietro alle retoriche del “benessere” e del successo a tutti i costi, tentano di ammaestrare anche i dichiarati disobbedienti… Mentre il contest #1 era focalizzato sulle relazioni di fratellanza, tanto che Polinice/Benno Steinegger, in dissidio fra l’essere pacifista o terrorista, accoglieva le ambivalenze delle varie esegesi, qui sono le relazioni di potere al centro del confronto: dalle micro intolleranze quotidiane alla perversione dei “Padri Mediatici” che agiscono “per il bene” dei figli…
Questo percorso di avvicinamento allo spettacolo che concluderà il progetto Syrma Antigónes, nell’ottobre 2010, ha messo in atto un processo che sta sovvertendo le stesse modalità rappresentative di Motus verso un azzeramento estetico sempre più estenuato, in aperta polemica con gli sprechi dei Palazzi.
Anche i dialoghi sono generati dalla povertà del campo scenico che di volta in volta pone gli attori, chiamati al confronto con Antigone, a partecipare attivamente al contraddittorio teorico-pratico sulla tentata messa in scena, esponendosi fuori dalle confortanti reti della rappresentazione, mettendo a nudo il proprio desiderio di “trasformare l’indignazione in azione”, o l’arrendevolezza suscitata dalla permanente sensazione generazionale dell’ “essere nati” troppo tardi.