Je me révolte, donc nous sommes (antigone)contest #0:
Il lavoro si è svolto presso la Chartreuse de Villeneuve-lès-Avignon – Centre National des Ecritures Scéniques, nell’ambito del progetto Sonde 03#09 – Chartreuse News/Network.
Motus, come unica compagnia italiana, è stato chiamato a confrontarsi con alcuni collettivi francesi e belgi, sulle pratiche teatrali, per sperimentare insieme nuove forme di scrittura scenica a partire dall’utilizzo delle tecnologie e dei nuovi media nell’elaborazione creativa e produttiva.
Il direttore della Chartreuse, Franc Buchard, ha stimolato gli artisti a confrontarsi con continui flussi di notizie e a trasformare l’informazione in spettacolo, attraverso una fine rielaborazione artistica.
Tale progetto è stato per Motus occasione per elaborare materiali video e audio da tutto il mondo, riguardanti le varie forme di ribellione nel contemporaneo, da quelle studentesche a quelle etnico-politiche… un percorso di ricerca dunque, che va a inserirsi nel più ampio processo di approfondimento e studio sull’Antigone.
Da questa residenza è emerso un primo evento di 45min, una performance di Silvia Calderoni e Benno Steinegger con l’apporto tecnico/visivo di Francesco Borghesi e la collaborazione teorica di Rodolfo Sacchettini, che ha partecipato alla Sonde in veste di consulente critico-drammaturgico.
Un primo studio sulla figura di Antigone in forma di Workshop, è stato realizzato da Motus nell’ambito del Festival Magna Grecia Teatro nell’anfiteatro dei Ruderi di Cirella (Calabria) nell’agosto 2008 dal titolo:
“Di quelle vaghe ombre _ Prime indagini sulla ribellione di Antigone”: Il lavoro era focalizzato sulla relazione fra Antigone, il padre Edipo e Creonte, e raccontato dalla voce-sguardo della sorella Ismene (traendo ispirazione dal romanzo “Mia sorella Antigone” di Grete Weil), secondo la versione di Brecht, dove il conflitto con Creonte assume vesti radicalmente politiche.
Alla realizzazione dell’evento hanno partecipato anche giovani aspiranti attori del luogo.
Ecco di seguito alcune note di regia su questa prima fase di lavoro.
Di quelle vaghe ombre _ prime indagini sulla ribellione di Antigone_
di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Vladimir Aleksic, Silvia Calderoni, Nicoletta Fabbri
e Claudio Balestracci, Giuseppe Bonifati, Anna Carminati, Ida Alessandra Vinella
in video Silvia Calderoni e Enrico Casagrande
testi a cura di Daniela Nicolò
luci, video e spazio scenico di Enrico Casagrande & Daniela Nicolò
musiche dal vivo di Giancarlo Bianchini & Mathilde N.Poirier (azt/Hotel Nuclear)
sound design Roberto Pozzi
impianti luminosi L.M. Cineservice Cesena
relazioni Sandra Angelini, Federica Savini
organizzazione e logistica Elisa Bartolucci, Valentina Zangari
una produzione Motus e Magna Grecia Teatro Festival
Con il sostegno di Progetto GECO-Ministero della Gioventù e Regione Emilia Romagna, Geco
Come me la immagino?
Un giorno penso di saperlo, il giorno dopo non più, una volta è parte di me, l’altro il mio opposto in tutto.
Come me la immagino?
Un sogno attraverso il tempo come desidero essere io, come non sono, una figlia di re adolescente, poi vagabonda, poi intransigente combattente della resistenza, che mette in gioco la sua vita e la perde, discepola, amante di Dioniso, per la quale vita significa odio, e morte significa amore.
“Lei La Decisa, colei che non scende a compromessi.
Lei è presente, sempre, ancora in me, fra noi è tutto chiaro, lo so per certo, non ho dubbi, indossa un vestito verde a righe sottili, sa che mi piace, è bello avere a che fare con lei, così come con tutte le persone a cui piace vivere… si le piace vivere nonostante la sua brama di morte.
Se non fosse così non crederei al suo desiderio di morire, morire per vivere di più. Il suo gesto è grandiosa messinscena pensata in tutti i dettagli.”
(da “Mia sorella Antigone”, Grete Weil)
Workshop #2 NOI SIAMO UNA FAMIGLIA
Dal 7 al 21 dicembre ’08, all’Arboreto di Mondaino nell’entroterra di Rimini, si è svolta una successiva fase di lavoro ancora in forma di workshop, dal titolo: “Non siamo una famiglia_indagini sulla ribellione di Antigone”.
Per partecipare al laboratorio è stato chiesto agli aspiranti di rispondere alla domanda: “Come immagini Antigone oggi?”
Sono stati selezionati 30 giovani partecipanti: 3 scrittrici, una musicista, una disegnatrice e 15 attori di varie nazionalità. Alleghiamo alcune note che Flavia Cardone, una ricercatrice universitaria che ha partecipato come uditrice, ha redatto durante i lavori.
Dalla ribellione allargata di Antigone alle rivoluzioni personali di ognuno: lo spostamento di senso perseguito si condensa in questo percorso di ricerca, nell’ipotesi, con il pretesto della figura archetipica dell’eroina contro, di lavorare sul significato dell’idea di ribellione per le giovani generazioni, rispetto codici e percorsi, linguaggi, a partire dai personali vissuti. Sulla scia di un continuum che da Ics conduce qui, sarà ancora Silvia Calderoni la sollecitatrice delle mutazioni- imponenti e minime, singolari e collettive – eco, stralcio, residuo di questa Antigone volutamente posta tra parentesi.
Come provare a fare i conti con tutto questo? Motus percorrono la strada procedendo per prove ed errori, ispirati dal dubbio e da molte domande, complicate doti lasciate in eredità dalla tragica solitudine di Antigone, lasciando molte porte aperte da attraversare, in questo momento di pensiero allargato e orizzontale tra le arti ed i vissuti di chi le rappresenta.
Certi che la risposta sia sempre e solo nel tentativo, e che il desiderio sia criminale, scardinatore di certezze, sempre violento nel suo rappresentare un’assenza.
Da un tema aperto proposto arrivano infinite risposte, strade frammentate verso una drammaturgia dei desideri insoddisfatti e delle incertezze taglienti…
Una tale quantità di energia si rivela segno assoluto di un’attesa latente: i giovani performer generano con i propri corpi e le proprie voci risposte che sembravano in procinto di voler dare da sempre. Piccole, enormi domande che però nessuno aveva ancora mai posto.
Chi sei, in cosa credi, cosa desideri, cosa ami? Qualcuno te lo ha mai chiesto? Del tutto incredibile cosa possa nascere da un suggerimento così ampio eppure minimo: impossibile non riflettere sul meccanismo inceppato della comunicazione e dell’ascolto tra generazioni.
Luogo di riflessione sulla famiglia, sul contrasto, sull’amore, sul desiderio: Antigone incrocia tutto questo ma soprattutto si rivela pretesto privilegiato per ragionare sui legami di potere. Il peccato di Antigone consiste infatti nell’aver sfidato il potere. Il suo è un tentativo impossibile di ordine altro rispetto a quello di Creonte, diritto che si regge non su un consenso da organizzare ma sul dissenso da sopprimere: laddove proporre un altro mondo di valori è una battaglia persa, Antigone può solo far di tutto per mantenere viva la possibilità di praticare il dissenso.
E del tutto volontariamente, connotandosi per una dimensione oppositiva che è individuale prima che politica, rifiuto dell’obbedienza ad un ordine ingiusto, dichiarazione di guerra alla guerra. Seppellire Polinice è necessario, e se questo bisogno implica andare contro la legge, che allora contro la legge si vada, perchè necessariamente ingiusta. Mentre la sua unica legge è l’amore, non semplice sentimento ma norma di vita… Il potere implica una relazione.
Contratto, patto, accondiscendere, rifiutare, azione, reazione, fiducia, ordini, masochismo: numerose parole chiave si fanno avanti con naturalezza.