Crac è scoppio_rottura_caduta_esplosione_frattura_dispersione e nuova rinascita dei pezzi_
Crac è deriva non teatrale del progetto “X(ics) racconti crudeli della giovinezza”.
Architettura sonora che ingloba voci e rumori di ogni città in cui viene presentato e li trasforma in percorsi algoritmici, tracciati e pixel.
Una danzatrice-pattinatrice precipita fra queste geometrie che stabiliscono spazi concentrici, gabbie, delimitano un dentro e un fuori: tensione nel riappropriarsi del fuori, sforzo nell’allargare ed espandere il dentro, mentre la precisione dell’esercizio fisico diventa anatomia di una nevrosi.
Crac come piccola isola di resistenza psico-fisica-attitudinale. Circonferenza ultima di un mondo prossimo all’implosione-esplosione: sull’asse di questa catastrofe una fragile figurina bianca prova, viaggia, combatte, si arrende, si alza di nuovo, instancabile, nel tentativo di ridefinire confini che tendono a delimitare, chiudere, separare.
Tutto sembra precipitare, corrompersi… ma alla fine una nuova piantina dallo sfacelo nasce.
Nello spettacolo X(ics) Racconti crudeli della giovinezza c’è l’esortazione a creare un coro di corpi, una partiturafisica d’emergenza in attesa dell’ora X del pianeta:
Crac è forse questo tentativo.